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Caso Nada Cella: il misterioso mazzo di fiori, un altro indizio?

auto carabinieri

Il caso Nada Cella è ancora aperto e resta uno dei casi irrisolti più discussi di questi mesi. Spunta un nuovo elemento: un mazzo di fiori arrivato il giorno prima del delitto.

Il delitto di Via Marsala, meglio conosciuto come il caso di Nada Cella, la ragazza all’epoca venticinquenne uccisa nel 1996 in circostanze ignote, nell’ufficio del commercialista dove lavorava. Un nuovo elemento viene aggiunto agli indizi: un mazzo di fiori arrivato per Nada Cella da un mittente sconosciuto.

Il caso è stato riaperto recentemente, perché è uscita fuori una nuova indagata, Annalucia Cecere, che pare sia coinvolta con il delitto, o almeno così fanno credere alcuni indizi e testimonianze analizzate dagli inquirenti in queste settimane. La mamma di Nada, la signora Silvana Smaniotto, è da anni che aspetta giustizia e ha partecipato a numerosi programmi televisivi, per cerca di dare indizi e di capire cosa è successo alla figlia. Nei confronti della Cecere ha detto: “Non so se è stata lei ad ammazzare Nada. Ma le chiederei di mettersi dalla mia parte, per vedere come ci si trova dalla parte dove sono. Visto che è mamma, mi può capire. Non si può accettare la morte di un figlio così, come sono stata costretta a fare io”

Inoltre, la signora Silvana dà un nuovo elemento su cui indagare, durante la trasmissione Quarto Grado: dice che la sera prima del delitto Nada Cella ha ricevuto un mazzo di fiori, con un biglietto anonimo. In questo messaggio c’era un invito a cena prossimo, che all’epoca le donne pensarono provenisse dal capo della ragazza, Marco Soracco.

Soracco, ovviamente, ha smentito di aver inviato lui i fiori e mamma Silvana gli crede, ma si chiede anche una cosa: “Però mia figlia come ha fatto a pensare che potesse essere stato lui?”

Nonostante il commercialista abbia negato, la pista che gli inquirenti stanno seguendo porterebbe all’ipotesi che l’omicidio di Nada sia passionale: l’ipotesi è che qualcuno, in questo caso Annalucia Cecere, secondo l’accusa, le abbia teso un agguato in ufficio la mattina del 6 maggio 1996, colpendola alla testa con un oggetto pesante e lasciandola in fin di vita sul pavimento dello studio, perché deciso a prendere il suo posto nella vita di Soracco.

Riusciranno gli inquirenti a risolvere questo caso? Gli elementi sono sempre di più ma il passare del tempo, l’omertà dei testimoni e gli indizi confusi chissà se porteranno a una soluzione.

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ultimo aggiornamento: 22 Novembre 2021 17:03

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